Intervista a Monsignor Giovanni Crippa
di Valentino Crippa
Invita a andare fra la gente che soffre. Rifiuta il trono della Sistina e l’auto di lusso. Al collo porta un crocefisso di ferro. Recupera i bagagli personalmente per portarli nella sua residenza provvisoria. Jorge Mario Bergoglio Gesuita argentino con origini lontane piemontesi è il nuovo Papa. Sarà il nuovo Papa dei gesti significativi che sorprendono positivamente perchè non siamo abituati a tutto questo.
Un Papa latino americano è la prima volta. Anche noi barzanesi in questo lontano continente abbiamo forti legami con un nostro illustre concittadino di recente nominato Vescovo in Brasile : Monsignor Giovanni Crippa che molti tra noi chiamano ancora affettuosamente Padre Giovanni. Abbiamo pensato di sentire la Sua opinione in merito al nuovo Papa ponendo tre domande.
E’ stata una sorpresa anche per Lei l’elezione del nuovo Papa Francesco?
Papa Francesco appena eletto ha affermato che “ mi hanno preso dalla fine del mondo” dimostrando grande umiltà. Ma quel mondo non è quello dove sono concentrati il maggior numero di cattolici?
Il modo di fare semplice di Papa Francesco non ha somiglianze con il modo di fare di Papa Giovanni XXIII “ il Papa buono” ?
Ecco le risposte di Monsignor Giovanni Crippa che ringraziamo per la sua disponibilità e l’immediatezza nel rispondere alla nostra intervista
RISPOSTE PER IL BARZANESE
1. L’elezione di Papa Francesco é stata una bella sorpresa e allo stesso tempo qualcosa a cui avevo pensato. Infatti, da alcuni anni seguivo con interesse il lavoro pastorale che il cardinale Bergoglio, i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i laici svolgono nell’Arcidiocesi di Buenos Aires, soprattutto nella periferia della cittá, soprattutto verso i piú poveri. La rinuncia di Papa Benedetto, per i motivi che conosciamo, ci aveva portati a pensare a un papa piú giovane. I mezzi di comunicazione, pronti a trasformare tutto in una lotta di potere, tra conservatori e progressisti, a considerare la chiesa come una qualunque altra istituzione avevano scommesso, indicando i piú quotati agli occhi umani. Ma quando il cerimoniere ha pronunciato la famosa frase “extra omnes”, cioé “fuori tutti”, é come se avesse detto: lasciamo lavorare lo Spirito Santo. E ha spiazzato tutti.
2. Papa Francesco viene dal continente Latino-americano dove vive il 40% dei cattolici nel mondo. Qui vivono 432 milioni di cattolici. Peró, guardando al Brasile – paese in cui vivo –, i dati sulla religione del Censimento del 2010 mostrano che tra il 2000 e il 2010 la percentuale della popolazione che si dichiarava cattolica è passata dal 73,6% al 64,6%.
Gli evangelici costituiscono il 22,2% della popolazione. Tuttavia, il segmento evangelico è molto diversificato o diviso: il 60% sono pentecostali, il 18,5% appartiene alle chiese storiche o tradizionali e il 21,8% a una categoria che l’IBGE (Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística) chiama “evangelici non determinati” dei quali alcuni non sono praticanti.
Gli addetti allo Spiritismo sono passati dall’1,3% al 2% e i cosiddetti senza religione sono passati dal 7,3% all’8%.
Stiamo vivendo un profondo cambiamento nella società brasiliana, anche a livello religioso. Se è vero che la Chiesa cattolica sta perdendo fedeli, è altrettanto vero che le chiese protestanti (luterana, presbiteriana, battista e avventista) stanno attraversando una crisi profonda. Si moltiplicano le chiese evangeliche, frutto di una divisione e di una guerra interna alla ricerca di spazio e visibilità.
Questa disputa interna al cristianesimo favorisce la crescita del numero di persone indifferenti al Vangelo.
Un fenomeno molto in voga in questi tempi, è quello della “teologia della prosperità”, di tipo calvinista: il successo materiale è il riscontro della fede. I predicatori attuano vere e proprie “strategie”, e la tecnica usata è quella dell’auto-motivazione. La tattica è approssimativamente questa: incontrano persone in difficoltà economiche, psicologiche, sociali e iniziano a motivarle a ottenere dei risultati materiali, a ottenere dei cambiamenti chiedendo di affidarsi a Dio. Se questo è certamente positivo, il problema sorge quando le esperienze di successo ottenuto sono fittizie, raccontate da “comparse” allo scopo di indurre il fedele ad abbandonarsi alle istruzioni del predicatore, che adotta vere tecniche di vendita e ne approfitta, spesso arricchendosi alle spalle dei poveracci che donano tutto ciò che hanno nella convinzione di ricevere una ricompensa da Dio. La fede diventa così un prodotto di scambio commerciale, materialista, egoista. Non c’è più il dono agli altri, gratuito, ma solo un dare per avere.
D’altro canto, però, la Chiesa cattolica si rende conto di quanto già sapeva da secoli, cioè che esiste un grande numero di cattolici battezzati, ma non evangelizzati.
3. La maniera di fare di Papa Francesco, piú che espressione del suo essere latino-americano, é una caratteristica personale, della sua umanitá, della sua spiritualitá ignaziana e francescana. Un filho si Sant’ignazio di nome Francesco. Un uomo colto, con una forte spiritualitá, un grande pastore semplice e povero. Un Papa che invita la Chiesa a camminare, ad andare all’incontro delle persone; a costruire la Chiesa-famiglia di Dio; a confessare e testimoniare la fede.