Con il taglio e l’asportazione del cedro “libani” avvenuto martedì 14 maggio che ha impegnato per circa 10 ore gli specialisti muniti di attrezzature all’avanguardia per impedire la caduta di grossi rami su via Castello e quindi la chiusura al traffico della stessa, si è conclusa una giornata che si può definire storica per il paese.
Con il tronco per terra si è potuto ricostruire con certezza l’età di questo esemplare che raggiungeva quasi trenta metri di altezza prima che un fulmine gigantesco asportasse oltre sei metri di cima. I segni della scarica elettrica ad altissimo voltaggio passano da cima a fondo la pianta, che ha nondimeno vissuto per altri trenta anni. Ben 128 gli anelli visibili che portano a far risalire nei primi anni del 1880 il periodo nel quale il cedro è stato messo a dimora quando il proprietario era Attilio Galliani allora Sindaco di Barzanò.
Ricordiamo che Attilio Galliani insieme ad altri componenti delle famiglie Manara, Figliodoni e Paladini (tutti legati o residenti a Barzanò) era nel novero dei protagonisti del nostro Risorgimento: oltre a partecipare alle “cinque giornate” e alla prima e seconda guerra di indipendenza, divenne giudice alla Camera di Commercio di Milano e fondatore della “Società per la Pace e la Giustizia” insieme all’unico Nobel italiano per la Pace, Teodoro Moneta che è sepolto al cimitero di Missaglia e con cui Galliani tesse una lunga e sincera collaborazione.
L’attuale proprietario del terreno è il nostro concittadino Michele Vitali che insieme ai cugini, donò in occasione del 150 anniversario dell’Unità d’Italia una storica bandiera Tricolore del 1848 in bella vista in una teca all’entrata del municipio di Barzanò. Michele Vitali è uno dei bis-nipoti diretti di Attilio Galliani.
Il cedro ultracentenario morto per l’attacco di un parassita è stato sostituito nella stessa giornata del 14 maggio con un altro cedro “ libani” di ben 8 metri , quindi già visibile dalla piazza Mercato.
Ciò dimostra , al di la delle giuste prescrizioni della Sovrintendenza regionale e del nostro Comune che impongono che la specie da piantumare sia identica al precedente abbattuto, una precisa volontà di noi barzanesi.
Rispettare non solo l’aspetto estetico di Barzanò e del culmine della nostra collina ma anche la memoria storica con una visione che guarda non solo al passato ma anche al futuro delle generazioni che verranno e che trarranno stimoli di bellezza , forza e coraggio da un giovane cedro…
di più di 128 anni.