150 anni fa il comune di La Cava diventava Cava Manara
Domenica 26 maggio in una stupenda giornata di sole una delegazione di cinque barzanesi composta dal Sindaco Giancarlo Aldeghi, dal consigliere comunale Claudio Rigamonti, dal bersagliere Mario Maggioni, dal Dott. Stefano Cereda autore di una tesi di laurea su Luciano Manara e da Valentino Crippa appassionato di storia locale si è recata nel comune di Cava Manara a pochi chilometri da Pavia per partecipare ai festeggiamenti dei 150 anni della sua intitolazione all’eroe barzanese del Risorgimento.
Riportiamo di seguito un articolo del Dott. Stefano Cereda che in passato era già stato invitato a incontri sul tema in occasione di altre manifestazioni a Cava Manara. Lo ringraziamo per questo contributo alla conoscenza di una parte importante della nostra storia risorgimentale.
Il comune di Cava Manara ha ricordato i 150 anni della sua “rinominazione”; anticamente il comune si chiamava infatti La Cava, però con R.D. 15 marzo 1863 il comune venne appunto intitolato ad un giovane e sfortunato eroe del Risorgimento: Luciano Manara.
Il comune di La Cava fu teatro nel marzo del 1849 di un combattimento fra le truppe dell’esercito sabaudo e quelle dell’Impero austriaco.
Nel 1848 era scoppiata la rivolta de “Le Cinque Giornate di Milano”, subito da tutta l’Italia legioni di volontari si erano mobilitate, anche il regno di Sardegna stava organizzando un contingente da inviare in soccorso dei ribelli lombardi.
La campagna del 1848 dopo alcuni successi iniziali delle truppe lombardo-piemontesi aveva però visto l’esperto generale austriaco Josef Radetzky riprendere il controllo dei territori persi pochi mesi prima.
Era questa una doppia vittoria per l’anziano generale, in primis aveva ripreso il controllo della Lombardia scacciando i rivoltosi e le truppe piemontesi, in secondo luogo aveva anche sconfitto i non pochi politici austriaci che pensavano di avviare le trattative di resa.
Nel frattempo venne raggiunta una tregua fra il governo sabaudo e gli austriaci; le truppe regie erano rientrate mestamente in Piemonte, seguite dai volontari lombardi e da tutti coloro che volevano ancora combattere per la libertà dell’Italia.
Fra questi volontari vi era anche Luciano Manara che ottenne il grado di maggiore dell’esercito piemontese e venne incaricato della riorganizzazione dei volontari lombardi inquadrati nel reggimento bersaglieri.
Secondo l’articolo 1 del regio decreto 8 settembre 1848: “Le truppe lombarde di qualsiasi arma ora esistente in Piemonte, s’intenderanno e sono mantenute in attivo servizio; e saranno quante alle paghe, ai vantaggi e altri benefici, alle regole di subordinazione, di disciplina, di servizio, d’istruzione e di amministrazione, pareggiate per ogni verso e senza eccezione alle altre truppe dell’arma loro dell’esercito piemontese”.
Manara si apprestava quindi a preparare i suoi uomini per riprendere la lotta contro le truppe austriache.
Non furono mesi facili per tutti i volontari che agognavano alla ripresa delle ostilità, vi era in Piemonte un corposo gruppo di personaggi che premeva affinchè la monarchia non si lasciasse coinvolgere in una guerra che veniva ritenuta estranea, inutile.
Così lo stesso Manara cercava di spiegare alla sua cara amica, la contessa Fanny Bonacina Spini, in una lettera del 30 agosto 1848, la situazione che si viveva in Piemonte : “V’è in Piemonte un partito retrogrado, Gesuitico assai forte … si va ora predicando pace ! pace ! fuori i Lombardi, siamo Piemontesi ! Ma grazie a Dio santissimo non tutti pensano così … Sarà mantenuta un’armata Lombarda, vestita, armata, organizzata a spese dello Stato …Questo è il lato bello; ma c’è poi il brutto, bruttissimo ! Come gli sciocchi Lombardi gridano Morte ai Piemontesi, i cattivi Piemontesi gridano Morte ai Lombardi”.
Alla fine però il giorno 1 marzo 1849 la Camera decise la ripresa delle ostilità; Carlo Alberto decise che le ostilità si sarebbero riprese il giorno 20 marzo.
Una delle zone nevralgiche era Pavia, quella parte dello schieramento era stato affidato al generale Gerolamo Ramorino, già ufficiale napoleonico.
Il Ramorino, forse a causa della poca chiarezza degli ordini ricevuti, forse convinto che gli austriaci avrebbero attaccato fra Porto Albera e Arena Po; decise di far confluire in un altro punto le sue forze, lasciando solo pochi battaglioni a protezione della zona antistante Pavia.
Il giorno 20 marzo le truppe austriache avanzarono proprio nella zona del Gravellone; il tenente Emilio Dandolo, che era in avamposto proprio al Gravellone avvertiva il suo superiore diretto: il maggiore Luciano Manara, che era a La Cava, dell’attacco austriaco.
Il Manara tosto organizzava i rinforzi, accorreva in soccorso con le compagnie Dubois e Ferrari; la lotta si accese ma il nemico era superiore, era impossibile pensare di resistere tanta la disparità delle forze in campo.
Il generale Gianotti, che aveva richiesto rinforzi al Ramorino, senza aver avuto risposta, ordinava un ripiegamento sulla riva destra del Po.
Nel frattempo l’avanzata nemica procedeva lentamente, infatti le truppe austriache avendo incontrato una resistenza contenuta temevano un agguato; i bersaglieri vedevano avanzare lentamente la massa di divise bianche e implorarono Manara di tentare un’ultima sortita.
Il Manara preferì preservare le sue forze, sapeva che un attacco sarebbe stato un suicidio, voleva conservare i suoi uomini per un attacco che avrebbe avuto ben altro esito.
Purtroppo la I guerra d’Indipendenza si sarebbe conclusa qualche giorno dopo con la definitiva sconfitta di Novara il 23 marzo; Carlo Alberto era stato sconfitto, avrebbe abdicato lo stesso giorno.
Lo stesso Ramorino venne ritenuto colpevole della sconfitta di Novara; per il suo comportamento venne condannato dalla corte marziale alla fucilazione, la pena venne eseguita il 22 maggio 1849.
Per ricordare il coraggioso bersagliere il comune di La Cava, dopo l’unificazione, chiese di poter cambiare il nome in Cava Manara, decisione questa approvata da S.M. Vittorio Emanuele II.
Cereda Stefano
DOMENICA 26 MAGGIO 2013 – CERIMONIA PER IL 15O° ANNIVERSARIO DELLA DENOMINAZIONE DEL COMUNE DI CAVA MANARA
Il nostro Comune quest’anno festeggia i 150 anni della sua intitolazione ad un importante eroe del risorgimento, Luciano Manara.
Per ricordare questo evento e per esaltare i valori storici e morali del Risorgimento e tenere vivo e vigile il senso della comunità e dell’appartenenza alla propria terra ed alla propria storia il Comune organizza per
DOMENICA 26 MAGGIO 2013
una cerimonia commemorativa che si svolgerà secondo il seguente programma:
Ore 9,00 Sfilata della Fanfara dei Bersaglieri di Bedizzole dalla Piazza 1° Maggio di Mezzana Corti alla Chiesa Parrocchiale di Mezzana
Ore 9,15 Omaggio al monumento e cerimonia
Ore 10,00 Ritrovo delle autorità in Piazza Vittorio Emanuele II
Ore 10,15 Sfilata delle associazioni e della Fanfara dei Bersaglieri per la via Garibaldi di Cava Manara con partenza da via Morini
Ore 10,40 Sosta e saluto della Fanfara al monumento a Luciano Manara di via Gramsci
Ore 11,00 Raduno nella Piazza Vittorio Emanuele II
Saluto delle Autorità
S.Messa in piazza celebrata dal Cardinale Dionigi Tettamanzi Amministratore Apostolico della Diocesi di Vigevano
Ore 15,45 Sfilata della Fanfara nella via Luciano Manara
Ore 16,00 Piazza Vittorio Emanuele II – Concerto della Fanfara dei Bersaglieri di Bedizzole
TUTTA LA CITTADINANZA E’ INVIATA A PARTECIPARE
SI INVITANO LE FAMIGLIE AD ESPORRE IL TRICOLORE ALLE PROPRIE FINESTRE
Un caro saluto a tutti gli amici di Barzano’. A presto.