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La Mostra di Giuseppe Mapelli un patrimonio da tutelare


di Valentino Crippa

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Entrare in questi giorni nella Sala Civica accanto alla Canonica accompagnati da Giuseppe Mapelli autore di numerosi piccoli gioielli ricavati con passione e tanto amore da semplici pezzi di legno ci riporta indietro nel tempo di quasi cento anni. Alla Barzanò che fu, quella di inizio secolo scorso,quando il centro vero e unico del paese era nell’attuale Piazza Fratelli Besana, la piazza del Municipio.

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Sullo sfondo gli edifici recentemente abbattuti dietro l’ex Banca Popolare e sulla destra il Monumento ai Caduti

La zona del centro in quegli anni si chiamava diversamente. In una vecchia cartolina che ritrae il monumento ai caduti negli anni 20 si legge benissimo la dicitura “ Via alla Stazione”.

Questo perche nelle vicinanze si trovava la fermata della tramvia che passava dal paese, soppressa in seguito per far posto alla strada provinciale.

Particolare degli edifici abbattuti dove Marcello Corti ha allestito il Presepe negli ultimi anni

Ed è proprio la Piazza di “Via alla Stazione” che ha catalizzato la maggiore attenzione dei primi visitatori della mostra perche è li che si trova una parte importante della storia di Barzanò.

Al riguardo veramente degni di nota i particolari dei personaggi e degli edifici eseguiti con cura da “Mastro Giuseppe”. Era in questa Piazza priva ancora degli edifici che ospitano oggi farmacia e banca che vi si svolgeva il mercato.

Il Monumento ai Caduti e sull'angolo del palazzo sulla destra l'insegna gialla dell'ufficio postale

Il Monumento ai Caduti e sull’angolo del palazzo sulla destra l’insegna gialla dell’ufficio postale

Le bancarelle non erano numerose come oggi. Vi si trovava l’essenziale per la vita delle famiglie e le loro necessità. Il calzolaio, il prestinaio, l’arrotino, chi vendeva le stoffe, i pesci, la frutta e pochi altri generi.

Gli edifici che si affacciavano sulla piazza oltre all’albergo Redaelli , ospitavano varie attività quali la cartoleria e tipografia Sala, la macelleria Perego, e nell’edificio “Beretta” oltre alla porta di entrata all’attività del salumificio, sull’angolo era ubicato l’ufficio postale diretto dalla mamma del Prof. Salvatore Catalano per tanti anni Preside delle scuole medie.

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Nell’edificio che ospita oggi “il Baretto” si sono avvicendate diverse attività compresa quella del parrucchiere. Qui nonostante gli inquilini cambiano è rimasta inalterata l’architettura con annesso gazebo al primo piano.

Sul lato opposto della strada c’era il giardino della famiglia Perego e nella casa risiedeva anche il conosciutissimo “Senin” (Viganò Ezio) che raccoglieva rottame in paese ma anche i più svariati articoli che le famiglie non usavano più.

Un pezzo di storia del paese che i più anziani ricordano molto bene perchè sono i ricordi più belli della loro gioventù. Queste preziose testimonianze che le opere di Giuseppe Mapelli hanno riportato alla conoscenza di tutti noi rappresentano una parte di memoria storica che va tutelata e possibilmente divulgata a partire dalle scuole.

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C’è l’occasione fino al 15 settembre di poter visitare e ammirare questa mostra che riguarda il nostro paese, i vecchi mestieri, i cortili rurali e la vita che li si svolgeva.

E’ un invito che rivolgiamo calorosamente a tutti i cittadini. Andiamo alla Sala Civica della Canonica non solo per ringraziare Giuseppe Mapelli per tutto il lavoro incredibile fatto ma anche per capire di più il nostro passato e come si viveva quasi 100 anni fa.

I VECCHI MESTIERI NELLE SCULTURE DI GIUSEPPE MAPELLI

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LA VITA NEL” CORTILE RURALE” E INTERNO DI CASA CONTADINA

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Gli attrezzi usati da ” Mastro Giuseppe” per la lavorazione del legno

 

 Il legno usato per intagliare i personaggi

Il legno usato per intagliare i personaggi

Le altre creazioni di Giuseppe Mapelli

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