“Arbeit Macht Frej” (il lavoro rende liberi). L’immagine campeggia per buona parte della serata di sabato 25 gennaio sullo schermo a lato del palco occupato dai numerosi musicisti della Civica scuola di musica di Casatenovo.
Molto opportunamente il maestro Mazza ha chiesto all’inizio rivolto al pubblico di non applaudire le esibizioni musicali per permettere di riflettere appieno sui temi della serata che lo stesso maestro ha proposto all’attenzione dei presenti.
In primo luogo attualizzando problemi che sono stati e sono ancora oggi al centro del malessere della nostra società. Quelli della mancanza di lavoro per le giovani generazioni, quelli delle enormi disuguaglianze nella distribuzione delle risorse e della ricchezza dove emerge che poche persone al mondo detengono la ricchezza a disposizione di gran parte della popolazione mondiale.
Sono questi elementi che rappresentano una miscela esplosiva che possono favorire la formazione di situazioni pericolose e aprire dei varchi a quelle forze antisemite e razziste presenti nella società.
“E’ accaduto e potrebbe accadere ancora”.
Questa la frase che Primo Levi pronunciò alla fine dell’olocausto.
Il maestro Mazza fra un motivo musicale e l’altro ha messo in evidenza come anche nella musica e nell’arte il nazismo al potere sceglieva e imponeva quale musica poteva essere eseguita in pubblico.
A chi era appassionato di tango o jazz era negata la possibilità di esibirsi in quanto questo tipo di musica non aveva diritto di cittadinanza in Germania, e spesso veniva utilizzata nell’accompagnare alla morte i prigionieri nei campi di sterminio.
Alla fine della serata il bel finale con la colonna sonora di Piovani da “ La vita è bella” il film di Roberto Benigni. Un inno a stare in guardia dai nuovi pericoli ma anche a affrontare la vita in modo consapevole e senza paura.