Mattino del 1° dicembre 2014. Un edificio ben in vista sulla via XX settembre da tempo disabitato di proprietà del Salumificio Fratelli Beretta e da molti conosciuto come la casa dei “Pelam” è stato abbattuto in poche ore con facilità da una ruspa adatta allo scopo.
Costruito all’inizio del secolo scorso, per più di 80 anni è stato accanto all’ex scuola elementare, a fargli compagnia,come un buon vicino. Per molto tempo è stato di proprietà della famiglia Bianchi che lo affittava come abitazione,cascinale e stalla alle famiglie contadine dei tempi.
Anche la famiglia Bianchi risiedeva a poche decine di metri di distanza in una palazzina di via Ferrari anche questa abbattuta nel 1999 per fare posto alla pasticceria Fumagalli.
Ma un edificio quasi centenario come la casa dei “pelam” non era solo fatta di sassi e cemento.
Ha avuto una sua storia fatta di persone e di famiglie che vi hanno trascorso la loro esistenza.
La signora Anselmina Frigerio che risiede in via Pirovano ci racconta che i suoi nonni hanno vissuto li per molti decenni e che proprio con loro in quella casa ha trascorso momenti bellissimi della sua infanzia.
I suoi nonni si chiamavano Angelo Motta e Adele Proserpio.
Lui di Barzanò, lei di Dagò. Ma voi direte Dagò non è sempre Barzanò? Si ma allora le stesse distanze di oggi erano molto accentuate anche se si viveva nello stesso paese, perche quasi tutti si spostavano a piedi. Andare da Dagò a Barzanò era una piccola avventura sopratutto per i ragazzi.
La strada era stretta e tortuosa fino alla cascina Campagnola, l’unica abitazione che si trovava nel tragitto verso il paese. Poi una curva a gomito e la strada saliva parallela alle mura del cimitero, passava davanti all’entrata e poi dritta fino alle prime case del paese.
Ogni caseggiato aveva un nome proprio:“la varesa”, la “cascina del pen” e andando in direzione del “lazarett” ecco la “ca di pelam“ che era uno dei tanti soprannomi che avevano un po tutte le famiglie, spesso legato alla provenienza di chi vi abitava.
Adele Proserpio di Dagò sorella di Cirillo e di Riccardo seguì il marito Angelo e si stabilirono nella casa pagando l’affitto alla famiglia Bianchi, proprietaria anche di terreni che Angelo da contadino lavorava.
Entrando nel caseggiato ci dice Anselmina, a pianterreno a destra c’era la grande cucina con il camino, sopra al primo piano le camere.
A sinistra c’erano le stalle e al primo piano il fienile. Nel 1931 mentre era in costruzione la scuola elementare la coppia ebbe un figlio, Giuseppe, che oggi risiede a Casatenovo.
E’ in questa casa ci dice la signora Maria Origgi che abita in paese, che con l’inizio della distribuzione dell’acqua potabile venne costruito uno dei primi bagni.. Fino a allora ci si lavava nel “segiom” o nel “catin”. Vedere abbattere la casa dei “Pelam” mi è venuto un nodo alla gola.
E dico a me stessa…” o Maria come te se vegia”.
Negli ultimi anni la casa dei “pelam” è stata abitata dalla famiglia di Angelo Cazzaniga fratello di Guido e Egidio Cazzaniga molto noti in paese. Ora di tutto ciò resta solo un cancello e un muro a far da testimone di un pezzo di storia che ha attraversato un secolo di vita contadina e industriale.
Nell’imminente futuro verrà abbattuto un altro edificio nella zona del “Lazzarett”. Anche qui si chiude un’altra pagina di Barzanò che è importante ricordare. La memoria storica aiuta a camminare più sicuri verso il futuro.