In queste settimane sono molti i fedeli e i passanti che in via Garibaldi osservano incuriositi le alti impalcature che avvolgono di giallo e azzurro la facciata e il campanile della chiesa parrocchiale con accanto la grande gru che assomiglia a una sentinella che sorveglia ciò che sta avvenendo.
Si tratta dei lavori di restauro conservativo delle coperture e delle facciate della chiesa parrocchiale decisi lo scorso anno dal Parroco Don Giuseppe Scattolin e dal Consiglio Affari Economici della Parrocchia dopo aver constatato vari problemi inerenti le infiltrazioni d’acqua provocati dallo spostamento delle tegole del tetto che hanno danneggiato anche alcune travi di legno.
Per vedere da vicino tutto questo siamo saliti grazie alla disponibilità dell’architetto Roberto Spreafico responsabile del progetto in cima ai 30 metri del campanile. E’ stata anche l’occasione di attingere dal tecnico molte informazioni riguardanti la storia di questo edificio di culto che ha accompagnato per oltre 800 anni le vicende del nostro paese.
La relazione tecnica allegata al progetto che pubblichiamo integralmente mette in evidenza come il primo nucleo originario della chiesa risale attorno al 1200. Nel documento sono riportate anche molte notizie storiche. Il primo parroco di Barzanò eletto nel 1516 e la prima descrizione della chiesa dedicata a S.Vito Martire del 1517. Vicende curiose come quella del Rettore parroco imprigionato dal Cardinale Carlo Borromeo perchè lasciava molto a desiderare per condotta, istruzione, pietà e zelo.
La prima cappella laterale che ospitava il sarcofago dei Nava nobile famiglia di Barzanò, e la seconda cappella destinata a cimitero. Le visite di S. Carlo Borromeo nel 1571 con le prescrizioni per migliorare la chiesa e quelle successive dei cardinali Federico Borromeo nel 1611 e Federico Visconti nel 1686 quando Barzanò contava 640 anime.
Le prime rappresentazioni grafiche della chiesa nel secolo XVI e le mappe del Catasto Teresiano che risale al 1721. La chiesa che nel 1757 misurava 13,5 metri per 12. I progetti di ampliamento nel 1771 verso ovest, del 1833/1836 e cento anni dopo quello del 1936/1938 con inaugurazione alla presenza del cardinale Alfredo Ildefonso Schuster. Le sepolture trasferite non senza polemiche nel 1810 dalla chiesa al nuovo cimitero dove si trova tutt’oggi.
Il restauro delle volte e i dipinti interni del pittore Luigi Tagliaferri di Pagnona (Valsassina) nel 1886, mentre nel 1900 viene rifatto il castello delle campane, le stesse che nel 1942 vengono fuse su ordine della dittatura fascista per costruire armi e cannoni, e rimesse al loro posto nel 1948.
E venendo ai nostri tempi, i miglioramenti con i restauri conservativi più recenti del campanile, i rifacimenti delle coperture della chiesa tra il 1979/1980, i restauri interni (1992) e quelli del sagrato (1999). Una storia veramente ricca e affascinante quella della Chiesa Parrocchiale dedicata a S.Vito come lo è quella della Canonica di S. Salvatore. Questi monumenti e luoghi di culto hanno visto il passaggio di moltissime generazioni e per questo la loro storia merita di essere più conosciuta e valorizzata.