Una commemorazione breve quella di questo 4 novembre 2017, che ha fatto seguito alla S.Messa celebrata nella chiesa parrocchiale dal Parroco Don Renato Cameroni. Sul sagrato, alla presenza di un buon numero di cittadini e di un nutrito gruppo di Alpini con il capogruppo Francesco Motta, i ragazzi delle classi quinte dell’Istituto Comprensivo di Barzanò si sono alternati nella lettura di poesie, raccontando la precarietà dell’esistenza umana durante le guerre e lo spirito di sacrificio ed il desiderio di unità che guidavano chi serviva la nostra Patria.
“Abbiamo scelto queste poesie perché non contengono sentimenti di odio e di rancore ma piuttosto ci aiutano a comprendere come il dolore, la sofferenza e l’attaccamento alla vita ci accomunino, perché questi versi vogliono sottolineare un messaggio di fratellanza e di pace”, ha spiegato l’insegnante Alessandra Sironi, mentre i ragazzi distribuivano ai presenti delle belle coccarde tricolore fatte con le loro mani.
E’ stata poi la volta del discorso ufficiale del Sindaco Giancarlo Aldeghi: “Fa piacere la presenza numerosa a questa festa dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate. Durante queste commemorazioni è facile cadere nella retorica, nell’esibizione della forza delle parate militari. Ma l’essenza del 4 novembre sta nella rettitudine dell’esercito a difesa dei valori fondanti della Nazione. Voi ragazzi avete detto giustamente che l’Italia deve essere libera e unita: io aggiungo che deve anche essere solidale. I confini della Patria possono cambiare, ma come raccontato nel testo di una canzone di Lorenzo Jovannotti, “la mia casa è quella dove posso stare bene con tutti…”. Il concetto di Stato oggi tende a essere superato, i nostri ragazzi già da tempo si sentono stretti nei confini perché il loro futuro è proiettato verso una realtà più ampia. Per questo, occorre fare distinzione fra il concetto di Stato e quello di Patria. Se il primo ha dei confini, la seconda è invece il luogo ideale dove si costruiscono e si condividono i valori e le aspirazioni di ognuno di noi. Per questo”, ha aggiunto il Sindaco, “è importante la solidarietà. Quindi viva l’Italia unita, libera e solidale”.
Si è quindi formato il corteo, con alla testa i gonfaloni delle Associazioni e del Comune, che dalla chiesa ha percorso via Garibaldi e raggiunto il Parco delle Rimembranze per la deposizione delle corone ai monumenti ai caduti. Il suono della tromba ha preceduto l’alzabandiera, mentre i ragazzi ed i presenti cantavano dell’Inno di Mameli.
A titolo di curiosità, sul Colle del Gianicolo, dal quale si può ammirare uno splendido panorama di Roma, il busto marmoreo di Goffredo Mameli si trova accanto a quello del nostro bersagliere Luciano Manara. Il nostro eroe è molto conosciuto in Italia.