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A Barzanò omaggio ai caduti, mostre in sala civica e nelle bacheche

76 anni dalla Liberazione

 

Una bella giornata di sole e temperatura mite ha favorito la Festa della Liberazione in tutta l’Italia. Anche a Barzanò alle ore 10 ha avuto inizio la celebrazione con la partecipazione di una delegazione ristretta di amministratori comunali, dei rappresentanti degli Alpini e dell’Anpi.

Dopo l’alzabandiera e gli omaggi al cippo dei caduti e al monumento degli Alpini, il Sindaco Giancarlo Aldeghi ha preso la parola leggendo una frase molto significativa di Norberto Bobbio.

“Dopo 20 anni di regime e 5 anni di guerra, eravamo ridiventati uomini con un volto solo e un’anima sola. Eravamo di nuovo completamente noi stessi. Ci sentivamo di nuovo uomini civili. Da oppressi eravamo ridiventati uomini liberi. Quel giorno o amici, abbiamo vissuto una tra le esperienze più belle che all’uomo sia dato da provare. Il miracolo della Libertà”.

Questa frase fotografa bene il senso della Festa del 25 Aprile, una festa di libertà e democrazia. Non c’è libertà senza democrazia, non c’è democrazia senza libertà. Il 25 aprile è una festa comune a tutto il nostro popolo. Per un certo periodo è stata vista come una festa di parte contrapposta a un’altra parte. Non è così. Lo spirito della festa del 25 Aprile è quello di una festa della libertà, e la libertà è di tutti. In questa ottica pur nella diversità di opinioni vedo che adesso questa festa viene recepita come una festa di tutti. Il nostro popolo si sente libero e unito ha concluso il Sindaco.

Poi la delegazione ha raggiunto il Cimitero comunale per rendere omaggio ai partigiani caduti. Qui il Sindaco ha invitato a cantare Bella Ciao una canzone universalmente riconosciuta come un inno alla libertà, un inno contro l’oppressione dei popoli. Anche le donne curde che hanno combattuto l’Isis l’hanno cantata. Bella Ciao non è come molti pensano la canzone che cantavano i partigiani nella guerra di Liberazione perché è stata scritta dopo la Liberazione. Per questo ha assunto un significato che va oltre i confini del nostro paese.

Prima di iniziare il canto il primo cittadino ha posato la fascia tricolore sul monumento dicendo: “Se oggi noi ci siamo è grazie al sacrificio di queste persone. Siamo un paese oggi perché qualcuno ieri ha creduto che fosse possibile”.

Nell’ambito dei festeggiamenti del 25 aprile, Arci e Anpi hanno allestito nella sala civica e nelle bacheche di viale Manara a pochi passi dal comune mostre riguardanti gli avvenimenti successi sulla statale Como-Bergamo nel tratto fra Rovagnate, Bulciago e Nibionno dove hanno perso la vita molti giovani. Nelle bacheche invece le storiche immagini dei funerali dei fratelli Besana del 10 maggio 1945. Da vedere, saranno esposte fino ai primi di maggio.

 

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